Sono stata mandata in una famiglia affidataria quando avevo 11 anni, con mio fratello, a causa della dipendenza da sostanze di mia madre.
Non ero in contatto con mio padre. Mia madre mi cambiò il nome quando avevo 3 anni per impedirgli di mettersi in contatto con me, o di sapere dove fossi.
La mia esperienza di affido è stata caratterizzata da emozioni contrastanti, dalla sensazione di non sentirmi parte della mia famiglia affidataria, di non essere voluta, e di non essere capita da nessuno. Ho sofferto per anni di insonnia, non riuscivo a dormire per l’ansia e la depressione.
La settimana del mio sedicesimo compleanno, ho ricevuto una telefonata che ha cambiato in meglio la mia vita.
I miei genitori affidatari per due anni avevano cercato di rintracciare mio padre, e in qualche modo ce l’avevano fatta. Tre giorni prima del mio compleanno, mio padre mi stava chiamando, e ci stavamo mettendo d’accordo per incontrarci. Ho anche scoperto di avere un fratello e una sorella di cui non sapevo nulla.
Questa esperienza ha cambiato la mia vita, e in quel momento è cominciato il mio percorso di rielaborazione, ho iniziato a capire che ero voluta, che avevo qualcuno che si prendeva cura di me e che mi voleva bene… ma soprattutto ho capito di meritarmi tutto questo affetto.
Ci sono voluti altri 10 anni per riprendermi completamente, per capire che i miei sentimenti o comportamenti sbagliati erano collegati ai traumi infantili che avevo vissuto e non erano dati dal fatto che fossi una cattiva persona. Durante il mio percorso di terapia ho imparato a comunicare con me stessa e a capire davvero chi fossi e quali fossero i miei sentimenti, un percorso che mi ha arricchita e che so continuerà a farlo per sempre.
Ho lasciato la mia famiglia affidataria pochi mesi dopo il compimento dei 18 anni. Studiavo all’università e vivevo da sola. Mi sono laureata con a 23 anni con ottimi voti.
Nonostante non avessi più un’assistente sociale dopo il compimento dei 18 anni, c’era comunque una figura di supporto e di accompagnamento all’uscita che mi ha seguita fino ai 23 anni.
Mentre studiavo all’università, lavoravo come tutor in una scuola estiva organizzata dall’università per bambini e ragazzi fuori famiglia. Questa esperienza ha innescato in me la voglia di mettermi in gioco per aiutare gli altri ragazzi.
Lavoro da alcuni per la Care Leavers Association, fondata 18 anni fa in Inghilterra da ragazzi ex ospiti.
Come volontaria aiuto a coordinare un gruppo FB, Care leavers rock. Una pagina dove i care leavers possono confrontarsi in sicurezza e sopportarsi a vicenda. Fanno parte di questo gruppo più di 720 care leavers, in un’età compresa tra i 18 e i 65 anni!
Faccio parte del direttivo dell’organizzazione internazionale per i percorsi di tutela (International Foster Care Organization) e del direttivo dell’Istituto di rielaborazione dei traumi infantili.
Nella mia vita privata, sono felice, soddisfatta, spostata, ho la mia casa e un bimbo meraviglioso… tutto questo prima dei 30 anni! Quindi direi che finalmente sto bene!