Mi chiamo Desiree, ho 34 anni e sono cresciuta “fuori famiglia” attraverso diverse esperienze: in affidamento, in comunità, in un centro diurno.
Tanti cambiamenti, scelti per me dal servizio sociale, non perché fossi una bambina o una ragazza difficile ma per i problemi della mia famiglia.
La prima volta che sono entrata in comunità avevo 6 anni, mi ricordo un posto pieno di bambini e adulti, di confusione e di regole, di tanti giochi e videocassette di cartoni animati.
All’inizio mi sentivo molto spaesata, avevo cambiato scuola e la mia classe era parecchio vivace. Non parlavo mai con i miei compagni di scuola del fatto che vivessi in comunità.
Non è facile per me ripensare a quegli anni.
Devo dire però che ho avuto un grande aiuto e apprezzo che i servizi sociali e la comunità abbiano saputo aiutarmi e ascoltarmi, soprattutto nell’ultimo periodo.
Compiere 18 anni quando vivi “fuori famiglia” significa affrontare molte difficoltà: la paura di non farcela, di non rispettare i tempi che altri hanno deciso per te, di non poterti permettere neanche un errore.
Io avevo paura di non riuscire a trovare un lavoro che mi desse la possibilità di mantenere una casa e nello stesso tempo avevo paura che fosse impossibile trovare una casa senza la garanzia di un lavoro.
Mi sentivo sola anche perché intorno a me gli adulti spesso sembravano sentirsi impotenti.
Questi erano i miei pensieri e le mie paure, ma immagino siano comuni a quelli di tanti altri ragazzi e ragazze quando si trovano ad uscire dalla comunità.
Spesso i ragazzi che vivono “fuori famiglia” si sentono soli, per questo avere l’opportunità di frequentare altri ragazzi che vivono in comunità o in affido attraverso un’associazione, come per me è stata Agevolando, è davvero splendido. A me sarebbe stato di grande aiuto in quegli anni.
Nel 2019 ho raccontato la mia storia in un libro, “Una storia che parla di te”, che mi ha permesso anche di riabbracciare mio fratello Zackaria.
Agli educatori e agli assistenti sociali vorrei dire che credo sia molto importante ascoltare sempre il punto di vista dei ragazzi e di non arrendersi davanti ai rifiuti e alle difficoltà. Di non voltare mai le spalle ai giovani che vi sono affidati.
Spesso vi sembrerà che il vostro lavoro possa essere troppo difficile, ma in realtà quello che fate è davvero prezioso e può cambiare la vita a tanti.